lunedì, gennaio 30, 2006

 

www.radiomontecarlo.ch

Radio Monte Carlo apre anche in
Svizzera. Forte dei consensi ottenuti in Italia e Francia e
delle potenzialita' della Radio del Principato di Monaco, il
Gruppo Finelco lancia una nuova emittente: Radio Monte Carlo
Swiss, che parte domani con trasmissioni (in lingua tedesca)
rivolte al target 24-45 anni. Lo slogan sara' 'C'est chic!'.
L'emittente, che ha sede a Zurigo, sara' diretta da Giuseppe
Scaglione, gia' direttore responsabile di Radio 105 Swiss, con
Lukas Wyniger direttore artistico e Head Of Music. I programmi saranno principalmente musicali con otto notiziari al giorno e con tutti gli aggiornamenti di sport,
meteo e traffico. La nuova emittente nasce sull'onda del
successo di 105 Swiss, prima e unica radio privata straniera,
che dal 1997 trasmette via cavo su tutto il territorio della
Svizzera tedesca, con un format giovane (dall'Ansa..)

venerdì, gennaio 27, 2006

 

Multata la Ramsey


La ditta americana Ramsey Electronics che produce da sempre ottimi kit e che rappresenta il primo fornitore per le piccole radio pirata Fm di tutto il mondo è stata sanzionata dall'FCC con una multa ben $25,000 per aver introdotto nel suo catalogo due amplificatori per la banda Fm da 1 e da 40 Watt e due trasmettitori Fm da un watt di potenza.

Oltre a questi quattro kit "incriminati" la Ramsey produce anche il mitico trasmettitore onde medie AM25 che con suoi 100 mW di potenza mi ha sempre affascinato e prima o poi me lo compro per mettere in piedi la prima radio "di quartiere" in onde medie. Forse mi devo affrettare prima che la FCC faccia sparire anche questo Kit...

giovedì, gennaio 26, 2006

 

Ritorna Radiografie

Ciao a tutti, questo e' il blog del mio sito, si chiama Radiografie come la mia vecchia
rubrica di radio sul Manifesto (usciva la domenica nel 2000/2001). L'idea e' quella
di inserire novita', riflessioni, vecchi articoli (come quello della Ionosonda di Roma) sul
mondo della radio, dei radioamatori e del radioascolto.
commenti e idee sono bene accetti :-)

73 de Andrea IW0HK

martedì, gennaio 17, 2006

 

Una Ionosonda romana


Incuriosito da un articolo apparso sul numero di Settembre di RadioRivista sui disturbi in onde corte causati dalle Ionosonde ho voluto indagare per scoprire maggiori informazioni riguardanti sull'attività di sondaggio ionosferico e soprattutto per conoscere quali se in l'Italia è attiva in questo campo della ricerca. I disturbi citati nell'articolo sono i famosi fischi o sibili che ogni tanto sentiamo anche su frequenze apparentemente libere e senza disturbi di sorta.
Ho avuto la fortuna, pochi giorno dopo aver letto l'interessante articolo di I2BLZ (Roberto Bolzan) di visitare in maniera approfondita il sito dell'Istituto Nazionale di Geofisica (http://www.ingrm.it/) e scoprire con piacere che esiste una apposita sezione, denominata Unità Organica Aeronomia, che si occupa di studi sulla ionosfera e sulla radiopropagazione che gestisce ben due ionosonde collocate nelle sede di Roma. Vale comunque la pena tornare indietro e spiegare che cosa è una ionosonda e come mai viene utilizza per lo studio della ionosfera.
La ionosonda è un apparato che è in grado di registrare il "ritardo d'eco" ossia l'intervallo fra l'emissione di un impulso e la ricezione del corrispondente segnale riflesso dalla ionosfera. Il diagramma "ritardo d'eco" in funzione della frequenza costituisce lo ionogramma ed è interpretabile, in prima approssimazione, come un profilo verticale locale di densità elettronica. Più praticamente la ionosonda è uno strumento dotato di un trasmettitore ad onde corte da 2 a 30 mhz e di un ricevitore che variano di frequenza molto velocemente (circa 100 khz al secondo) per realizzare in pochi minuti lo "Sweep" completo di trasmissione e ricezione dei segnali dalla ionosfera in tutta la banda. La ionosonda è naturalmente interfacciata ad un computer che restituisce in pochi secondo dopo il ciclo di trasmissione lo ionogramma completo dei dati di MUF (Maximun usable frequency). Gli ionogrammi ottenuti durante la giornata servono agli ricercatori dell' denominata Unità Organica Aeronomia per lo studio della Fisica della Ionosfera e le sue applicazioni alla radiopropagazione. Nella sede dell'Istituto ho avuto il piacere di poter visitare l'impianto di trasmissione delle due ionosonde. I due strumenti utilizzano in trasmissione un sistema di antenne, costituito da una coppia di delta o rombiche verticali di ampiezza decametrica posizionate su piani ortogonali installate su alti pali nel giardini dell'Istituto, nei pressi della Via Ardeatina, zona Roma Sud - Eur.

Le trasmissioni avvengono per la Ionosonda DPS Lowell (un modello completamente informatizzato costruito in America) esattamente ai minuti 02, 15, 30 e 45 di ogni giorno ora (es. 12:02, 12:15, 12:30, 12:45) e gli ionogrammi di questo strumenti sono disponibili in rete Internet praticamente in tempo reale all'indirizzo http://dps-roma.ingrm.it. Questa ionosonda trasmette una serie di 200 impulsi al secondo sulle frequenze da 1,5 a 12 mhz con uno sweep di 100 khz al secondo. E' in funzione poi una seconda Ionosonda che trasmette invece allo scoccare di ogni ore (es. 12:00:00) con una potenza di 150 watt che trasmette un'onda continua sempre sulle frequenze da 1,5 a 12 con lo stesso sweep delle prima. La ionosonda DPS Lowell utilizza per la ricezione un complesso sistema DSP per poter distinguere in mezzo al rumore delle onde corte i flebili segnali di eco che vengono riflessi dalla ionosfera. Vale la pena di ricordare che il centro dell'Istituto Nazionale di Geofisica si trova a pochi chilometri di distanza in linea d'aria dal centro ad onda corta della Rai di Prato Smeraldo e dal centro ad onda media di Santa Palomba (ultimamente potenziato a 1200 kw sulla frequenza di 846 khz) che generano un notevole disturbo su tutto lo spettro radio. Per la ricezione dei segnali la prima ionosonda utilizza delle antenne a loop mentre la seconda, un modello più vecchio, utilizza la stessa rombica utilizza per trasmettere.

Gli orologi che comandano le due ionosonde sono sincronizzati con un ricevitore GPS ed è quindi facile, attraverso un semplice orologino radiocontrollato (dal solito segnale DCF 77.5 khz) controllare su qualche frequenza libera il passaggio del segnale delle due ionosonde. Per ascoltare questi segnali conviene sintonizzare il ricevitore in USB e magari memorizzare su un secondo VFO o su qualche memoria del nostro rx qualche frequenza più alta di quella da dove siamo partiti in modo da inseguire la ionosonda che come abbiamo detto sopra attraversa le onde corte ad una velocità di 100 khz al secondo.
Naturalmente queste due non sono le uniche ionosonde attive al mondo, esiste infatti una catena di più di cinquanta stazioni attive che trasmettono in continuazione segnali verso la ionosfera per poter in questo modo realizzare tabelle di radiopropagazione sempre più precise e di ampia portata.

Purtroppo mi sono dimenticato di chiedere ai responsabili dell'istituto se hanno mai ricevuto rapporti di ascolto per questo strano tipo di emissioni in onda corta. Vi consiglio di visitare le pagine web dell'Istituto perché sono una miniera di informazioni per gli appassionati di studi sulla radiopropagazione e mi raccomando di non arrabbiarvi più quando sentirete in radio strani sibili, ormai lo sapete è qualcuno che sta studiando la ionosfera !

giovedì, maggio 29, 2003

 

Strani segnali in onde corte: The Buzzer


Gli appassionati di ascolto utility spesso sintonizzano stazioni che non riescono ad identificare e che magari sono attive per poche ore al giorno. Tra queste une delle più famose e più misteriose è quella che gli americani hanno definito “The Buzzer” un segnale presente quotidianamente sui 4625 khz che assomiglia ad una stazione di tempo e frequenza ma che in realtà nasconde un utilizzo molto molto diverso e inquietante. The Buzzer si può ascoltare facilmente in Europa a partire dalla sera e durante tutta la notte, il segnale è molto forte ed è composto da una serie di impulsi, simili a quelli che si ascolto sulle frequenze 5000,10000, 15000 khz, ma invece di trasmettere 60 bip al minuto se ne ascoltano solo 25. Il segnale cambia modulazione ogni ora al 59esimo minuto trasmettendo un tono modulato che cambia in continuazione. Gli appassionati di ascolto hanno notato che nel 1994 la stessa emissione è stata ascoltata anche sui 5211 khz e sui 5310 khz per qualche ora per poi ritornare solo sulla classica frequenza di 4624 khz. Nel 1997 sulla stessa frequenza al posto dei bip sono stati ricevuto dei messaggi in russi che hanno permesso di ricevere il call sign della stazione, ecco il testo di quello che è stato ricevuto: "This is UVB-76 18008 BROMAL 74279914". Bromal sembra essere un call tattico mentre UVB-76 è il nominativo della stazione. Messaggi come questo sono stati ascoltati spesso sulla frequenza di 4625 khz e hanno permesso di capire che diverse stazioni sono sintonizzate su “The Buzzer” e che questa frequenza serve sia per sincronizzare una rete di apparati e sia per diffondere comunicazioni. Attraverso il sito di Jan Michalski's, un appassionato di ascolto russo, scopriamo che UVB-76 è una stazione utility che trasmette segnali di tempo e ordini per i militari e più precisamente per il Russian Strategic Missile Forces (SMF) di Mosca, il comando dedicato al lancio e alla gestione dei missili nucleari strategici. La stazione utilizza un trasmettitore situato a qualche centinaio di chilometri da Mosca e una serie di impianti di backup pronti ad intervenire in caso di problemi al sito principali. L’identificazione di questa stazione è stata possibile analizzando il segnale trasmesso, che cambia a seconda del trasmettitore utilizzato, e soprattutto mediante l’ascolto di numerosi messaggi in fonia di prova ricevitori sui 4624 khz che facevano riferimento ad esercitazioni del Strategic Missile Troops Staff moscovita Sul sito http://www.geocities.com/uvb76/ è possibile ascoltare i frammenti audio con i segnali ricevuti sulla frequenza di “The Buzzer” e scoprire come i 25 Bip al secondo fanno parte di un complesso sistema di comunicazione tra lo Strategic Missile Troops (SMT) di Mosca e le piattaforme di lancio dei missili sparse in giro per il territorio russo. Ascoltare i segnali sui 4624 khz ci riporta ad un clima da guerra fredda e ci ricorda soprattutto dell’utilità strategica delle onde corte che continuano ad essere un importante strumento di comunicazione per chi, come i militari, non si può fidare solo dei satelliti o di collegamenti via filo.

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